Dichiarazione sul diritto all’insubordinazione nella rivolta della Corsica

Articolo originale: https://www.entetement.com/declaration-sur-le-droit-a-linsoumission-dans-la-revolte-corse/

Su Archive.org: https://web.archive.org/web/20220313030731/https://www.entetement.com/declaration-sur-le-droit-a-linsoumission-dans-la-revolte-corse/

Dichiarazione sul diritto all’insubordinazione nella rivolta della Corsica

Un movimento molto importante si sta sviluppando in Corsica, ed è necessario che l’opinione pubblica francese e internazionale ne sia meglio informata, in un momento in cui il tentato assassinio di Yvan Colonna dovrebbe farci vedere, per non dimenticare, la profondità della brutalità dello Stato e della giustizia.

Sempre più corsi vengono repressi dalla brutalità della polizia per essersi rifiutati di accettare l’orrore che è successo a Yvan Colonna. Questa rivolta parte da un buon sentimento di vendetta, dal desiderio di mostrare al nemico che non si distrugge un uomo senza subirne le conseguenze. Tale è la melodia di questa rivolta. Per i corsi, questa rivolta perseguita con mezzi insurrezionali è inequivocabile. È una rivolta di indipendenza. Rivela ancora una volta il carattere salutare della vendetta attraverso le esplosioni sinfoniche della rivolta, la gioia di tenere a bada il nemico, di ricordargli che non è il benvenuto qui sulla terra.

A questa serietà del popolo corso, e come in uno specchio, risponde il disprezzo dei governanti e dei dirigenti, il loro disprezzo illimitato, e questa è la loro propria forma di serietà, è la serietà dei governanti. Oggi è soprattutto la serietà della polizia, che si sforza di mantenere l’ordine, di mantenere il terrore sul corpo, sulla gioia, sulla tristezza, su qualsiasi sentimento che tracima l’esistenza moribonda di questa tirannia. Lo stato sputa sulla storia dei vinti ogni giorno, per brandire la sua grande narrazione senza senso. È in queste condizioni che molti sono arrivati a mettere in discussione il significato dei valori e degli obblighi di questa grande narrazione. Non apparteniamo a questa grande narrazione, apparteniamo ad altre parole, ad un altro linguaggio che prende forma nelle biforcazioni storiche, cioè viviamo un’altra storia. Prendere atto di questo è non aspettarsi nulla da nessun governo, sia esso di destra o di sinistra, e da tutte le loro insipide sfumature. Oggi stiamo combattendo contro un mondo.

Una certa sensibilità è stata presente dall’inizio della rivolta. Man mano che la rivolta continuava, è normale che questa sensibilità si risolvesse concretamente in gesti sempre più numerosi di insubordinazione, diserzione, così come protezione e aiuto agli insorti corsi. Movimenti liberi che si sono sviluppati ai margini di tutti i partiti ufficiali, senza il loro aiuto e, alla fine, nonostante il loro disconoscimento. Ancora una volta, al di fuori delle cornici e degli slogan prestabiliti, una resistenza è nata da un sentire comune, cercando e inventando forme di azione e mezzi di lotta in relazione a una situazione il cui significato e le cui vere esigenze non erano riconosciute dai media nel loro insieme e in accordo con la narrazione dello Stato.

Considerando che ognuno deve dare la sua opinione su gesti che è ormai impossibile presentare come fatti vari di avventura individuale, considerando che essi stessi, al loro posto e secondo i loro mezzi, hanno un sentimento etico per intervenire, non per dare consigli a uomini e donne che devono decidere personalmente di fronte a problemi così gravi, ma per chiedere a coloro che li giudicano di non lasciarsi prendere dall’equivoco delle parole e dei valori, dichiarano: Noi rispettiamo e giudichiamo giustificato sostenere con ogni mezzo la rivolta del popolo corso.

Rispettiamo e giudichiamo giustificata la condotta di tutte le persone che considerano dalla loro sensibilità la necessità di portare aiuto e protezione ai corsi oppressi in nome del popolo francese.

La causa del popolo corso, che contribuisce in modo decisivo a rovinare un sistema coloniale, ingiusto e distruttivo, è la causa di tutti gli uomini e le donne liberi.

121 anonimi

Questa voce è stata pubblicata in Europa, Francese -> Italiano, insurrezioni e contrassegnata con , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *